domenica 25 dicembre 2022

 IL PETTIROSSO E BABBO NATALE


Non c’era niente, solo neve e ghiaccio qui. L’anno scorso mi ero ritrovato in trappola al sole Africano, per Natale. Per questo ora ero salito fin qui. Nella natura selvaggia della Penisola Scandinava, era molto tempo che non riuscivo a sfuggire all’assenza di speranza.

Ora vidi Il vecchio seduto a terra, con la schiena contro un albero. L’albero era uguale a migliaia di altri che avevo già visto. Era un pino, non un abete. L’uomo teneva gli occhi chiusi e portava un cappotto rosso. Avrà avuto settant’anni, forse di più. La faccia, sopra la barba, era arrossata, segnata dalle intemperie. Per un momento pensai che fosse morto. Era immobile.

Improvvisamente volse lo sguardo, proprio verso di me:

- Ahh, sei qua, sei quasi puntuale.

Disse, in Inglese, con un accento impeccabile.

- già -Replicai con la solita apatia- Lui, si alzò faticosamente, puntando una mano a terra per fare leva.

Si sente bene, signore? - chiesi.

-Raramente- disse ed aggiunse: -Ma non smetto di sperare. E bisogna sempre sperare, no? A qualsiasi età.

Non avevo una risposta. Come facevi a sperare quando la cosa migliore di tutta la tua vita non c’era più?

Un passerotto infreddolito atterrò accanto allo scarpone sinistro del vecchio. Si guardò intorno, muovendosi a scatti come fanno tutti gli uccelli.

Il vecchio ora tese la mano e poi chiuse gli occhi.

-Spero proprio che questo uccello si posi sul mio dito!

E’ matto – pensai e cercai di farmi venire in mente una scusa per allontanarmi, balbettai:

-Ohh, sono davvero in ritar…

Ma in quel momento, l’uccellino volò sull’indice dell’uomo. Poi come se mi avesse letto nel pensiero, disse:

-Ricordi quando avevi nove anni, Francesco?

Francesco. Come faceva a sapere il mio nome?

-Ti ricordi quella casetta per gli uccelli che avevano i tuoi genitori? Ti ricordi che vedevi gli uccelli che arrivavano e non trovavano il mangime? Ti ricordi quella mattina di Natale, quando sei uscito a portare da mangiare agli uccelli prima ancora di aprire i regali? Ti sei messo le pantofole di tuo padre e sei uscito sul prato coperto di brina.

Il terrore, mi afferrò alla gola, la mia fronte era arroventata, mi girai e con tutte le forze rimaste mi diressi in albergo. Febbre altissima fino alla vigilia di Capodanno. Il dottore, al mio risveglio era lì al mio capezzale e lapidario sentenziò:

- Finalmente, voi Mediterranei, non siete abituati alle nostre latitudini.


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