martedì 5 gennaio 2021

AL BIVIO SARO' GENTLEMAN.....FORSE

 

Avevo sempre riscosso un certo successo, ma il mio capolavoro, lo costruii in quella difficile stagione politica.

In quel tempo, di incontri, meetings, convegni, corredati da abbondanti e generosi buffets, io da professorino di diritto, cercavo di mettermi in luce, come loro forza rampante del Paese.

Quel giorno finalmente, sarei salito sul palco, ero stato invitato come relatore, avevo messo l’abito buono, una camicia con il collo alla francese, un nodo alla cravatta perfetto e la pochette, intonata alla cravatta. Attaccai il mio discorso, da consulente giuridico quale ero, ma lo condii con una nota che sapevo avrebbe fatto colpo, su di loro:

-….in tale contesto …..(feci una ulteriore pausa o forse mi intaccai un attimo, io in verità sono un filino dislessico)……non è più possibile ragionare in termini di destra o di sinistra, sono concetti ormai obsoleti, morti con il secolo ed il millennio scorso.

Un applauso scrosciante, accolse queste mie ultime parole. Tanto che assieme ad un paio di colleghi e colleghe di stampo più tecnico, fummo presentati al grande pubblico televisivo in un talk Show di prima serata, di lì a poco si sarebbero svolte le elezioni politiche. Il capo politico, ci presentò in pompa magna, come rappresentanti competenti nei nostri rispettivi settori, del futuro Governo. Era una situazione del tutto surreale, ancora si pensava che quella forza venuta dal nulla e cresciuta a forza di vaffa, con le sue ricette strampalate fondate unicamente sulla spesa, fosse francamente destinata all’opposizione.

-Questa era l’idea che nel mio pragmatismo, avevo maturato, al massimo farò loro da consulente mi ero detto. Tra l’altro i caporioni delle più tradizionali forze politiche si erano fatti, all’ultimo momento, una legge elettorale ad hoc. Su misura per implementare il solito governicchio al carro dell’Europa. Ci saremmo quindi definitivamente impiccati al rigore, tirando a campare alla meglio.

I sondaggi in fondo, erano in linea con questa linea di tendenza.

Le elezioni si consumarono e sorpresa delle sorprese, quando si aprirono le urne fu il terremoto. Una catastrofe per le forze tradizionali ed un grande successo per il Movimento a cui mi ero accostato ed al movimento Populista per eccellenza, che si era costruito il successo sul battage della chiusura dei confini nazionali, all’accesso degli immigrati.

Passarono mesi di inutili tentativi, per cercare di accostare il movimento a cui ero ora associato come futuro Ministro, a quanto restava della sinistra. Da qui partì la mia fortuna ed un cambio dell’orizzonte a cui potevo aspirare, ma forse pure qui risiede la causa della difficoltà che sto vivendo oggi.

Allora mi andò di lusso, anziché Ministro, diventai addirittura il Premier di quel Governo, che nacque non tra il movimento a cui mi associai e la sinistra allora diretta dal mio avversario di oggi.

 

Mi buttarono in sella, come un grigio parvenue, io vaso di coccio a mediare tra i due capi politici, era burrasca politica ogni giorno, tra un respingimento oltremare e la ricerca dei navigators, questi ultimi li trovammo, ma loro mai trovarono un posto di lavoro a coloro che godettero delle nostre prebende. Ma nonostante ciò ebbi una grande fortuna, si scazzavano talmente tra loro, che io rimasi diversi mesi in ombra, poi al momento giusto quando ormai non se ne poteva più delle loro bizze ed in particolare il Populista, in quell’estate tra un Mojito e l’altro andava chiedendo elezioni anticipate ed i pieni poteri per lui.  In Parlamento non esitai, dissi testualmente:

-       La scelta di andare alle elezioni anticipate, la ritengo azzardata, soprattutto viste le ragioni esposte……

Il Populista aveva oggettivamente, compiuto un passo falso, ora una sinistra che appena un anno prima, si era dimostrata fragile e divisa, aveva fatto forse per ragioni di bottega, di nuovo quadrato ed il Movimento a cui io ero associato stava andando a pezzi e anche la leadership del capo politico ora era in discussione.

Il resto è storia recente, io che formo il mio secondo esecutivo e questa volta sono realmente il Premier, la Pandemia, il cambio della strategia dell’Europa, il successo del Recovery Fund o Next Generation Eu ed i DPCM, sono all’apice del successo, ma qui iniziano i miei guai.

Ci sono un sacco questioni soprattutto economiche incancrenite certo da tempo immemorabile che attanagliano il paese, rimangono lì dove da sempre giacciono. Arrivano i primi sussurri, mi si accusa prima di voler decidere tutto da solo e poi di immobilismo. Infine, nonostante il malumore ormai dilaghi a sinistra, nessuno ha il coraggio di esporsi e le ragioni sono dettate in primo luogo dalla complessità arrivata con il Covid 19.

Io del resto, vivo una situazione, difficile sono oggettivamente solo, credo di aver dimostrato nei fatti di non essermi mai sottratto, di aver cercato di portare sempre in discussione, quanto andavo decidendo, ma vivo continuamente in un ginepraio, tutti mi attaccano dalla periferia, alle regioni ed ora lui. Mi invita apertamente riflettere, diversamente lui dice:

-       Non possiamo diventare complici, di tanto spreco, ricordati che abbiamo stoppato chi voleva i pieni poteri ed ora non li possiamo dare a te.

E’ passato un mese ormai, io ho cercato di farlo cuocere a fuoco lento, visto la difficile situazione in cui stiamo, l’ho incontrato un paio di volte, ho cercato di riaprire il dialogo.

Ma niente concessioni ed ora è muro contro muro. Certo ho faticato molto, mi sono costruito una immagine importante, ma capisco questa è la prova della vita…..



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