sabato 19 dicembre 2020

ANCHE LE CATASTROFI A VOLTE PORTANO DONI

 

Ero senza radio e senza televisione, davanti al fuoco del camino. Sconnesso dalla Rete e per una volta tanto felice di esserlo. Volevo provare qualcosa di diverso. Fuori una pioggia gelata che si voleva trasformare presto in qualcosa di più solido. Ero appena fuggito da una cortina fumogena di allarmismi, negazionismi, protagonismi ed esibizionismi fatti apposta per disorientare la gente già nauseata dal martellamento di dati sanitari. Non si parlava che di Covid. Intanto la pioggia era diventata nevischio e il silenzio si impadroniva sempre più della boscaglia che mi circondava.

-      Finalmente potei pensare e riflettere in pace.

Avevo ricominciato a ritrovar qualcosa, che da tempo avevo perduto, in quel dramma iniziato 10 mesi fa, ora mi appariva chiaro avevo prima di tutto la liberatoria percezione della mia vulnerabilità. Una malattia, un rovescio economico, ora li sentivo accanto. Ero in una casa calda, avevo un tetto sopra di me, la dispensa piena e nessuno mi minacciava, la solitudine ed il distanziamento,

mi avevano riportato in una dimensione arcaica, che avevo sempre considerata al di fuori delle mie consuetudini.

Scese la sera e con il buio, forte di quella dimensione vetusta, cominciai a percepire come ombre, le vite dei miei antenati, mi sovvennero quei racconti del nonno, rimossi perché in quei primi anni 60, io sognavo solo la città, i palazzoni ed una vita dinamica.

Una smania, un attimo di nervosismo mi colse, l’ansia che mi portavo dentro ritornò. In un attimo, mi alzai, abbandonando lo sguardo prima concentrato sul fuoco del camino. Aprii il guardaroba e lo trovai strapieno di indumenti, mi sembrarono subito troppi, viste le esigenze di quel momento.

-       Non me ne ero accorto, finora?

Questo poi era quello della seconda casa e la cosa mi fece vergognare un po'. Pensai che magari avrei approfittato, nei giorni successivi, di portare qualcosa giù in paese alla Caritas. Giusto per muovermi un po', in fondo la solitudine mi spaventava ancora tanto. Che male c’era, in fondo  anche il DPCM, permetteva di muoversi nel raggio di 30Kilometri.

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