Avevo sempre riscosso un certo successo, ma il mio
capolavoro, lo costruii in quella difficile stagione politica.
In quel tempo, di incontri, meetings, convegni, corredati
da abbondanti e generosi buffets, io da professorino di diritto, cercavo di
mettermi in luce, come loro forza rampante del Paese.
Quel giorno finalmente, sarei salito sul palco, ero stato
invitato come relatore, avevo messo l’abito buono, una camicia con il collo
alla francese, un nodo alla cravatta perfetto e la pochette, intonata alla
cravatta. Attaccai il mio discorso, da consulente giuridico quale ero, ma lo
condii con una nota che sapevo avrebbe fatto colpo, su di loro:
-….in tale contesto …..(feci una ulteriore pausa o forse mi
intaccai un attimo, io in verità sono un filino dislessico)……non è più
possibile ragionare in termini di destra o di sinistra, sono concetti ormai
obsoleti, morti con il secolo ed il millennio scorso.
Un applauso scrosciante, accolse queste mie ultime parole.
Tanto che assieme ad un paio di colleghi e colleghe di stampo più tecnico,
fummo presentati al grande pubblico televisivo in un talk Show di prima serata,
di lì a poco si sarebbero svolte le elezioni politiche. Il capo politico, ci
presentò in pompa magna, come rappresentanti competenti nei nostri rispettivi
settori, del futuro Governo. Era una situazione del tutto surreale, ancora si
pensava che quella forza venuta dal nulla e cresciuta a forza di vaffa, con le
sue ricette strampalate fondate unicamente sulla spesa, fosse francamente
destinata all’opposizione.
-Questa era l’idea che nel mio pragmatismo, avevo maturato,
al massimo farò loro da consulente mi ero detto. Tra l’altro i caporioni delle più
tradizionali forze politiche si erano fatti, all’ultimo momento, una legge
elettorale ad hoc. Su misura per implementare il solito governicchio al carro dell’Europa.
Ci saremmo quindi definitivamente impiccati al rigore, tirando a campare alla
meglio.
I sondaggi in fondo, erano in linea con questa linea di
tendenza.
Le elezioni si consumarono e sorpresa delle sorprese,
quando si aprirono le urne fu il terremoto. Una catastrofe per le forze
tradizionali ed un grande successo per il Movimento a cui mi ero accostato ed
al movimento Populista per eccellenza, che si era costruito il successo sul
battage della chiusura dei confini nazionali, all’accesso degli immigrati.
Passarono mesi di inutili tentativi, per cercare di
accostare il movimento a cui ero ora associato come futuro Ministro, a quanto
restava della sinistra. Da qui partì la mia fortuna ed un cambio dell’orizzonte
a cui potevo aspirare, ma forse pure qui risiede la causa della difficoltà che
sto vivendo oggi.
Allora mi andò di lusso, anziché Ministro, diventai
addirittura il Premier di quel Governo, che nacque non tra il movimento a cui
mi associai e la sinistra allora diretta dal mio avversario di oggi.
Mi buttarono in sella, come un grigio parvenue, io vaso di
coccio a mediare tra i due capi politici, era burrasca politica ogni giorno,
tra un respingimento oltremare e la ricerca dei navigators, questi ultimi li
trovammo, ma loro mai trovarono un posto di lavoro a coloro che godettero delle
nostre prebende. Ma nonostante ciò ebbi una grande fortuna, si scazzavano
talmente tra loro, che io rimasi diversi mesi in ombra, poi al momento giusto
quando ormai non se ne poteva più delle loro bizze ed in particolare il
Populista, in quell’estate tra un Mojito e l’altro andava chiedendo elezioni
anticipate ed i pieni poteri per lui. In
Parlamento non esitai, dissi testualmente:
- La
scelta di andare alle elezioni anticipate, la ritengo azzardata, soprattutto
viste le ragioni esposte……
Il Populista aveva oggettivamente, compiuto un passo falso,
ora una sinistra che appena un anno prima, si era dimostrata fragile e divisa,
aveva fatto forse per ragioni di bottega, di nuovo quadrato ed il Movimento a
cui io ero associato stava andando a pezzi e anche la leadership del capo
politico ora era in discussione.
Il resto è storia recente, io che formo il mio secondo
esecutivo e questa volta sono realmente il Premier, la Pandemia, il cambio
della strategia dell’Europa, il successo del Recovery Fund o Next Generation Eu
ed i DPCM, sono all’apice del successo, ma qui iniziano i miei guai.
Ci sono un sacco questioni soprattutto economiche incancrenite
certo da tempo immemorabile che attanagliano il paese, rimangono lì dove da
sempre giacciono. Arrivano i primi sussurri, mi si accusa prima di voler
decidere tutto da solo e poi di immobilismo. Infine, nonostante il malumore
ormai dilaghi a sinistra, nessuno ha il coraggio di esporsi e le ragioni sono
dettate in primo luogo dalla complessità arrivata con il Covid 19.
Io del resto, vivo una situazione, difficile sono
oggettivamente solo, credo di aver dimostrato nei fatti di non essermi mai
sottratto, di aver cercato di portare sempre in discussione, quanto andavo
decidendo, ma vivo continuamente in un ginepraio, tutti mi attaccano dalla
periferia, alle regioni ed ora lui. Mi invita apertamente riflettere, diversamente
lui dice:
- Non
possiamo diventare complici, di tanto spreco, ricordati che abbiamo stoppato
chi voleva i pieni poteri ed ora non li possiamo dare a te.
E’ passato un mese ormai, io ho cercato di farlo cuocere a
fuoco lento, visto la difficile situazione in cui stiamo, l’ho incontrato un
paio di volte, ho cercato di riaprire il dialogo.
Ma niente concessioni ed ora è muro contro muro. Certo ho
faticato molto, mi sono costruito una immagine importante, ma capisco questa è
la prova della vita…..