"Aveva
12 anni, in Africa è così. L'avevo regolarmente sposata nel senso
che l'avevo comprata dal padre. Mi portava la biancheria pulita".
Una
storia del 1969 torna di grande attualità e riguarda un principe del
nostro giornalismo nazionale contemporaneo, Indro Montanelli. La sua
statua nel parco Milanese tra le Vie Palestro e Manin è stata
imbrattata ed oltraggiata nel nome di questo nuovo trend iconoclasta
che si sta affermando ormai a tutte le latitudini.
Quella
sera in uno studio televisivo con queste parole Montanelli spiega che
molti anni prima nel 1936, si era arruolato volontario nella guerra
d'invasione dell'Etiopia (partecipò ai combattimenti per alcuni mesi
per poi prestare servizio presso l'Ufficio Stampa e Propaganda).
Mi
limitai a seguire l'usanza degli Ascari il corpo militare Eritreo, si
combatteva e nel tempo libero, ci si trovava con la moglie acquisita
sul posto.
Ma
Gianni Bisiach il curatore di quel programma aveva invitato in
studio, come contraltare al già arcinoto e allora editorialista del
Corriere della Sera, una combattiva femminista, peraltro nativa
dell'Asmara, che aveva vissuto in Africa i primi trent'anni ed era
giunta in Italia a Roma solo nel 1962. Elvira Banotti,
giornalista e scrittrice, fondatrice del gruppo
di Rivolta Femminile (autrice del libro "La sfida
femminile. Maternità e aborto").
Alle
affermazioni fatte da Montanelli, la donna lo attacca e lo mette in
imbarazzo, accusandolo senza mezzi termini di violenza carnale:
-A
25 anni non si è preoccupato affatto di violentare una ragazza di
12, dicendo "In Africa queste cose le fanno". Come intende
i suoi rapporti con le donne, date queste sue affermazioni? In Europa
eviterebbe di violentare una bambina. Io ho vissuto in Africa, il
vostro era il rapporto violento di un colonialista che si impossessa
della ragazza di 12 anni. I militari hanno fatto le stesse cose
ovunque sono stati vincitori. La Storia è piena di queste
situazioni.
Ma
poi l'episodio rimane lì, come isolato, i tempi stanno cambiando,
sono gli anni della conquiste sociali del divorzio e si comincia a
parlare di aborto, ma ancora forte è il radicamento al vecchio
modello sociale misogino e maschilista.
Passa
il tempo, il vento ora e' cambiato, le ragioni femminili vanno ormai
affermandosi a tutti i livelli e lui come per sfida, ritorna
sull'argomento:
In
quegli anni Etiopici era importante trovare una compagna intatta,
prima di tutto per ragioni sanitarie. Devo dire che faticai molto a
superare il suo odore, dovuto al sego di capra con cui erano intrisi
i suoi capelli.
Raccontò
infine:
dopo
la guerra uno dei miei tre ascari mi chiese di sposare Destá (così
si chiamava la ragazza). Diedi la mia benedizione e quando tornai in
Etiopia nel 1952, rividi Destà ed il marito avevano 3 figli ed il
primogenito si chiamava Indro.
.......Nel
parco Milanese tra le Vie Palestro e Manin una mano anonima ora ha
rovesciato diversi barattoli di vernice sulla Statua che commemora
Montanelli ed un graffito scuro sul piedistallo sentenzia:
RAZZISTA
STUPRATORE