Fatta questa premessa, la mia riflessione vuole però centrare anche il focus su un' altro aspetto che ha acceso la mia fantasia in seguito alla visita del castello, perchè si lega anch'essa ad un tema di grande attualità segno di questo nostro tempo assai travagliato. Il tema è "la guerra per conto terzi" e cercherò di rifarmi alla storia della famiglia che ha costruito e abitato questo bel palazzo perchè oggi " la storia si ripete". Quanto succede oggi sia in Est Europa che in buona parte del Medio Oriente (Siria e Iraq) dove non sono i protagonisti reali a fronteggiarsi direttamente. Piuttosto si tende a fornire armi e finanziare forze locali contrapposte che agiscono appunto per conto di altri. Tutto ciò naturalmente era già successo nel passato. L'allegoria della famiglia Obizzi è a mio modo di vedere emblematica in proposito, loro originari della Borgogna arrivarono in Italia attorno al 1000, al seguito dell'imperatore Enrico II. Il Capostipite della famiglia fu Obicio I come attesta ancora oggi l'albero genealogico della famiglia dipinto nella sala d'ingresso del palazzo. Lui era un grande capitano di ventura ed ottenne al seguito dell'imperatore i primi grandi successi strappando grandi bottini nelle scorrerie. Si stabilirono in un primo tempo in terra Lucchese. Poi dopo alterne vicende vissute in terra toscana, fu attorno al quattrocento che il ramo principale della famiglia si stabilì nel Padovano, al servizio della Serenissima. Molte erano già le richezze da loro accumulate attraverso i servizi svolti per conto di diversi signori della penisola che in quel tempo si combattevano tra loro. Poi il caso volle che oltre alla professione di capitani di ventura, un fortunato matrimonio a consacrasse la famiglia Obizzi in territorio Veneto. Nel 1422 Antonio Obizzi sposò Negra De' Negri ultima discendente della richissima famiglia Padovana, ereditando numerossimi beni immobiliari sul territorio circostante. Ma attorno al 1570 la famiglia dopo aver collaborato in modo decisivo alla vittoria della Lega Santa nella Battaglia di Lepanto raggiunse il massimo splendore, sotto la guida di Pio Enea I. Lui si dilettava nel tempo libero alla caccia, perciò sul quel terreno tra i colli decise di ampliare quel casolare trasformandolo in un favoloso castello. Ingaggiò Gianbattista Zelotti allievo e collaboratore del Veronese per il ciclo di affreschi che celebrarono la famiglia dalle origini al momento della costruzione del maniero.
Già questa è la vicenda che arriva fino ai giorni nostri. Dopo l'estinzione della famiglia il castello passò agli Asburgo che continuarono a usarlo come residenza estiva e tenuta di caccia. Poi nel 1929 la famiglia Dellafrancesca ne divenne ultima proprietaria fino ad oggi e come già detto non hanno più i mezzi per mantenere il Castello con le sue 400 stanze ed i terreni circostanti. Chissà che succederà domani, magari nuovi mecenati o mercenari si faranno avanti?
Già questa è la vicenda che arriva fino ai giorni nostri. Dopo l'estinzione della famiglia il castello passò agli Asburgo che continuarono a usarlo come residenza estiva e tenuta di caccia. Poi nel 1929 la famiglia Dellafrancesca ne divenne ultima proprietaria fino ad oggi e come già detto non hanno più i mezzi per mantenere il Castello con le sue 400 stanze ed i terreni circostanti. Chissà che succederà domani, magari nuovi mecenati o mercenari si faranno avanti?
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