giovedì 31 luglio 2025
IL GRANDE GRADASSO
Molto tempo fa, quando i mercati erano fluidi come fiumi e le frontiere parevano invisibili, nacque un uomo con una voce che sembrava già di un dittatore: Gargon. Figlio di commercianti con un padre che lo aveva bullizzato. Aveva perciò imparato sin dall'infanzia ad osservare le navi che portavano beni da ogni angolo del mondo con grande sospetto.
-Troppi odori, troppe lingue diverse e poi tutte quelle regole, qui serve ordine.
A soli trentacinque anni scalò il partito detto della Produzione Pura. Sognava un mondo dove ogni maglietta, ogni zucchina e qualsiasi altro prodotto fosse fatto in casa.
Nel suo discorso iniziale gridò:
-Il mondo ci confonde! Ci impone gusti e prezzi che non sono i nostri! Da oggi contrasteremo tutte queste importazioni! Produrremo noi tanto di più! Meglio e con orgoglio!
Il suo carismo parve magnetico, ora le sue espressioni si caricarono di gesti emblematici:
-Un dazio al giorno,toglierà l'invasione di torno, meglio un cetriolo nazionale che un avocado internazionale. La globalizzazione? Solo un lontano ricordo! Ora le fabbriche riapriranno, tutti vorranno venire qui a produrre.
Gargon appariva su ogni schermo, sempre vestito con la sua giacca avio e la cravatta rosso fuoco ed il popolo lo osannava. Persino i bambini giocavano a Gargon contro il mondo intero, correndo sulle piazze fingendo di tassare i passanti.
Possiamo dirlo era un mondo molto simile al nostro, lui Gargon ormai si reggeva tra la folla come un cipresso ed aveva deciso con la convinzione di un semidio, che la globalizzazione era la più grande minaccia alla grandezza del suo paese.
Ora con voce tonante:
-Da oggi ogni cosa che verrà da oltreconfine sarà tassata e.....salatamente!
Finalmente un leader forte, gridava la platea, uno che ci protegge.
Non passò molto tempo che al mercato centrale:
-Tre monete, per una banana, però arriva dal tropico! Tuonò Betty la fruttivendola.
Tim il panettiere era infuriato e dichiarò:
-La farina ora costa il doppio. Presto venderò solo aria frtta!
Mentre Gargon si specchiava nei suoi balletti con i pugni chiusi ed indicando qualcuno con il suo indice proteso, il mondo attorno cambiava ed i paesi colpiti dai suoi dazi all'inizio lascivi e titubanti ora reagirono proponendo cari dazi a loro volta.
Una sera, in una sala che ora si era fatta silenziosa, quello che era stato fino al giorno prima il più fidato consigliere, intervenne:
-Gargon....il mondo forse....non è un nemico da trattare troppo bruscamente e respingere. Fino a poco tempo fa era una rete e ora....forse tu hai strappato qualche filo ....di troppo....certo noi eravamo il punto di riferimento....ma ciò forse....non giustifica la nostra presa di posizione.
Gargon tacque, ora non riuscì più a trovare le solite parole. Seguì un referendum surreale e fu dimesso e accompagnato ad una sorta di esilio nelle terre brulle su di una alta vetta, dove le nuvole sembravano sospese e per i pocchisimi abitanti non era Gargon, ma l'uomo dell'osservatorio. Un giorno un ragazzo entrò curioso:
-Signore cosa servono tutti questi cannocchiali?
Lui senza esitazione rispose:
-Servono per vedere il mondo da lontano.
- E non sarebbe meglio vederlo da vicino?
Ora Gargon, scrutò il ragazzo:
Perchè ho già visto troppo da vicino e da qui vedo le cose in modo più chiaro. Osservo le navi commerciare, le persone dialogare e le culture mescolarsi.
Il ragazzo perplesso finalmente se ne andò. Gargon riprese in mano il suo diario segreto nel quale impresse la seguente riflessione:
-La globalizzazione non era un nemico, ma un invito. Era come il cielo, vasto, talvolta caotico e minaccioso ed io accecato dal mio ego e dai miei dazi, non ho voluto alzare lo sguardo.
sabato 31 maggio 2025
LA FUGA DA VIA STALINGRADO
Il ronzio costante dell'aria condizionata all'Assicurazione di Via Stalingrado era diventato, per Maria, detta Mery, la colonna sonora di una vita che non sentiva più sua. Ore e ore passate davanti a un monitor, tra scartoffie e telefonate, le avevano prosciugato l'anima. D'altra parte, Francesco, per tutti Francy, era un informatico brillante, sì, ma anche lui intrappolato nella gabbia dorata di codici e deadline che lo tenevano incollato a uno schermo, giorno dopo giorno, nel cuore di Bologna. I loro aperitivi serali, un tempo vivaci e pieni di progetti, si erano trasformati in stanchi resoconti di giornate tutte uguali.
"Mery," disse Francy una sera, mentre sgranocchiavano patatine sul divano, con lo sguardo perso nel vuoto. "E se mollassimo tutto?"
Mery sollevò un sopracciglio, abituata alle sue uscite strampalate, ma questa volta c'era qualcosa di diverso nel suo tono, un'urgenza che le fece battere più forte il cuore. "Mollare tutto? E dove andiamo?"
"Sudafrica," rispose lui, quasi sussurrando. "Ho letto di queste... Winelands. Vigne a perdita d'occhio, gente che vive in un altro modo, slow living, sai?"
La scintilla negli occhi di Francy era contagiosa. Le Winelands. Il suono stesso evocava immagini di libertà, di orizzonti aperti, di un profumo di mosto e terra che contrastava nettamente con l'odore stantio dell'ufficio. "E cosa faremmo lì, esattamente, oltre a bere vino?" chiese Mery, un sorriso timido che le spuntava sulle labbra.
Francy si raddrizzò, illuminato. "Creeremmo. Racconteremmo. Hai presente tutti quei canali YouTube di viaggi? Eco-sostenibilità? Viticoltura? Noi potremmo fare quello, ma a modo nostro! Con una GoPro, con la nostra storia."
Fu così che, tra un brindisi con un Pignoletto e un pacchetto di tortellini, prese forma l'idea folle, ma irresistibile.
Il Nuovo Inizio tra le Vigne
Lasciare Bologna fu un misto di euforia e terrore. Le facce perplesse di parenti e amici, le domande sul "perché ora" e "cosa farete dopo", svanirono come bolle di sapone non appena misero piede tra le colline ondulate di Stellenbosch. L'aria era diversa, vibrante, intrisa del profumo della terra bagnata e del grappolo maturo. La loro casa temporanea, un cottage rustico immerso tra le vigne, divenne il loro rifugio e il loro studio.
Francy, con la sua mente analitica, si buttò a capofitto nella produzione video. La GoPro era sempre con loro: attaccata al braccio mentre raccoglievano l'uva sotto il sole africano, immersa in un calice per riprendere il riflesso dorato di un Sauvignon Blanc, o montata sul cappello mentre esploravano una cantina storica. Mery, con la sua innata capacità di relazionarsi, divenne la voce narrante, l'anima dei loro video. Raccontava le storie dei viticoltori, le tradizioni locali, le sfide della produzione del vino, sempre con quel tocco di curiosità e autenticità che conquistava il pubblico.
Il loro canale YouTube, battezzato "Bologna Grape Escape", iniziò a macinare visualizzazioni. Non erano video patinati da professionisti, ma spaccati di vita vera, fatti di scoperte, gaffe, momenti di pura gioia e qualche immancabile discussione sulla disposizione delle riprese. Francy si occupava del montaggio, imparando trucchi e segreti, mentre Mery scriveva gli script e curava le interazioni con i follower. La loro autenticità era il loro punto di forza.
Non Solo Vino: La Rinascita
Non era solo il vino a farli innamorare del Sudafrica. Era la libertà di svegliarsi senza sveglia, di sentire il profumo dell'erba bagnata, di cenare sotto un cielo stellato come mai avevano visto a Bologna. Era la scoperta di sé, lontani dalle aspettative della città e delle carriere preconfezionate. Francy, da nerd di codici, si stava trasformando in un videomaker avventuroso. Mery, dall'impiegata ligia di Via Stalingrado, era diventata una narratrice di storie, con un entusiasmo contagioso.
Le loro giornate erano piene. Al mattino, esploravano una nuova cantina o un mercato locale, la GoPro sempre accesa. Nel pomeriggio, si dedicavano al montaggio e alla promozione sui social. La sera, assaporavano i frutti del loro lavoro, un bicchiere di Pinotage in mano, guardando il tramonto infuocare le vigne. Il loro rapporto, prima appiattito dalla routine, era rifiorito, nutrito dalla complicità e dalla passione condivisa per questa nuova, imprevedibile avventura.
"Chi l'avrebbe mai detto, Mery?" disse Francy una sera, mentre sedevano sulla veranda. "Che un informatico e un'impiegata potessero trovare la felicità in un vigneto sudafricano, con una videocamera in mano."
Mery gli strinse la mano, il sorriso più sereno che avesse mai avuto. "L'importante, Francy, è avere il coraggio di stappare la bottiglia giusta, anche se non sai cosa c'è dentro."
E mentre i loro video continuavano a ispirare migliaia di persone a sognare una fuga dalla routine, Francy e Mery, la coppia bolognese che aveva scelto le Winelands, sapevano di aver trovato non solo un nuovo mestiere, ma una nuova, straordinaria, versione di sé stessi.
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