martedì 31 marzo 2020

S.VALENTINO A CERRETO GUIDI.... LA SCOPERTA DI ISABELLA

In altre occasioni per festeggiare, non ci avrei pensato un attimo, avrei preso un last minute, un bel volo aereo e via verso un luogo esotico. Ma in questo incredibile febbraio, segnato dal Coronavirus, molto meglio guardarci attorno”.
La consuetudine ormai consolidata per Manuel ed Elisabetta, era di prendersi due tre volte all'anno, una settimana ogni tanto e andarsene lontano, tanto dicevano:
Avremo tempo e modo, quando saremo più vecchi, per girare attorno a casa.
Questa volta no, non se la sentono. In particolare Manuel, si è fatto prendere dalla psicosi, di questo nuovo virus e sta cercando di convincere anche Elisabetta. Che pure scossa, tenta ancora per un attimo di dissuaderlo:
Via Manuel non esagerare, fino a domenica scorsa mi sembravi ancora convinto di partire per Madeira. Dopo la cerimonia nella cappella di Santa Apollonia a Sasso Marconi, mi sembri un'altro?
E' evidente, Elisabetta ha colto nel segno, Manuel è rimasto coinvolto nel racconto, fatto dal parroco, durante la commemorazione:
Era il 1631, Claudio Achillini amava ritirarsi qui a Sasso nella sua Villa, oggi ancora esistente e che tutti conoscono come Villa Fanti, posta in Via Helston proprio di fronte all'Oratorio di Santa Apollonia.
Anche a quei tempi purtroppo scoppiavano le pandemie, come avviene oggi con il coronavirus. Si trattava della peste bubbonica, la stessa descritta dal Manzoni ne”I promessi sposi”. Scampò il pericolo di ammalarsi e in segno di riconoscenza verso Santa Apollonia, alla quale si era rivolto per chiederle aiuto, fece edificare l'oratorio, che rappresenta ancor oggi uno dei pochissimi edifici antichi del piccolo centro cittadino. Per evitare di mescolarsi con la gente, forse timoroso ancora di prendersi la peste, Achillini fece costruire una galleria che collegasse la villa all'oratorio così da recarvisi in tutta sicurezza per compiere le sue devozioni. La galleria purtroppo oggi non esiste più perché distrutta a causa dei lavori di ristrutturazione della via Helston.
Lui Manuel somatizza, forse anche troppo. Ma alla domanda di lei, cerca di nuovo una via di fuga:
Dai approfittiamo, di questo clima incredibile ci sono quasi 20 gradi anche qui, di solito scappiamo lontano da Casalecchio, perchè in questi giorni, l'inverno ormai ci sta addosso. Ma questo cielo azzurro e questa temperatura sono ideali per scoprire i luoghi Leonardeschi!!!
Lei, con un sorriso beffardo:
Mah, fammi il piacere, da quando ti sei convertito......al viaggio culturale?
Lui: 
Si è appena concluso, il Cinquecentesimo, dalla sua morte, molte volte l'anno scorso, ti ricorderai abbiamo detto, quanto sarebbe bello passare un fine settimana a Vinci e dintorni, in un bel posto, noi due soli. Ti dirò che ho adocchiato sul Web un bel Agriturismo a Cerreto Guidi, proprio a pochi chilometri dalla casa natale del grande Leonardo. E' immerso nel territorio collinare tra il Montalbano e il fiume Arno. Lontano dalla folla e dalla confusione, offre l’opportunità di conoscere la vita autentica della Toscana, assaporando le specialità ed i piaceri della cucina tipica del luogo. 
Elisabetta, ora sembra placarsi:
Me ne farò una ragione, l'unica freccia al tuo arco è questo tempo meraviglioso, questo cielo terso e questa bella temperatura che in febbraio a mia memoria ricordo di rado, via l'hai vinta tu facciamoci questo week end. Ma prima o poi a Madeira, mi ci porterai?
Certo, ma ora tutte queste formalità, negli aeroporti, proprio non mi vanno proprio. Tra l'altro, tu sei appena tornata, dalla fiera di Dusseldorf, la scorsa settimana e oltre tutto, sei stata flagellata nei tuoi spostamenti dalla tempesta Ciara.
Già, lei pensa, Manuel non ha tutti i torti, che disagio ogni mattina alle sette e mezzo, attraversare la città sotto quel flagello di vento a quasi 130 Km orari e quella pioggia torrenziale. Unica consolazione Sigrified vicino......Tronca qui ogni pensiero e:
Forza, Manuel hai vinto tu, ora preparo lo stretto indispensabile e venerdì mattina si va.
Sono le 8 esatte del 14 febbraio 2020, Elisabetta fissa data e ora del ticket autostradale che gli passa Manuel al casello di Casalecchio di Reno, è distratta immersa nei suoi pensieri, lei a differenza di lui che è abituato a fare una cosa alla volta, divaga nello stesso istante su più cose.
Subito dopo Sasso Marconi, le prime gallerie, ancora ampie a 3 corsie, si alternano l'una dopo l'altra, il sole ed il cielo terso, li rendono di buon umore. In particolare Manuel, si sente già un po' rigenerato e giunto alla biforcazione tra la comoda variante di valico e la vecchia panoramica, opta per quest'ultima. Dopo un'ora circa, sulla Firenze, Pisa, Livorno, nei pressi di Empoli, lasciano la superstrada e salgono le dolci colline verso Vinci, la loro prima meta è la casa natale di Leonardo. Qui rivive soprattutto il rapporto fra Leonardo e il territorio vinciano e del Montalbano attraverso i numerosi disegni multimediali che testimoniano inequivocabilmente la sua assidua frequentazione di quei luoghi. Un ologramma a grandezza naturale, intrecciando video, teatro e documentario, dà voce ad un Leonardo vecchio e stanco che dalla sua ultima dimora di Amboise volge lo sguardo al passato per narrare le frequentazioni, gli studi, le vicende che lo legarono a queste terre. Poi, nella casa colonica adiacente alla dimora natale, la sezione dedicata all’Ultima Cena ed espone la riproduzione digitale ad alta definizione dell’opera, proiettata su parete in scala 1:2. 
E' fatta! dice soddisfatto Manuel. Elisabetta, sorride, ed a sua volta aggiunge:
Sono le 11,00, che si fa? 
Manuel, sul momento rimane un attimo indeciso, poi le indica un sentiero che è pure segnalato da un cartello:
Strada Verde
Vinci 3KM
Ah, davvero una passeggiata di salute, commenta Elisabetta.
Dai 3 ad andare, poi un bel pranzo ed un caffè in paese e ritorniamo, già digeriti, il tempo oggi ce lo permette di sicuro. 
Raggiungono Vinci, non è ancora mezzogiorno, si guardano attorno anche qui un Museo dedicato soprattutto alle macchine Leonardesche, ma ne hanno a sufficienza della casa natale. Si guardano attorno per pranzare e proprio li accanto un ristorantino con l'insegna ed una capotta amaranto, una entrata semplice in legno nei montanti e nella parte inferiore e tre vetrate nella parte superiore. All'interno le pareti sono in pietravista , i tavoli e le sedie pure in legno con la spalliera a listarelle incrociate in trasparenza. Una grande credenza pure nello stesso legno con alcune vetrinette che contengono stoviglie e bicchieri. Poi un bel terrazzo, con vista panoramica. Peccato nonostante il tempo splendido, ora è ancora impraticabile. 
Non è una trappola per turisti!
Così li accoglie con la tipica parlata, la proprietaria. 
Qui, ci si lavora solo io e mio marito. 
Che appare, uscendo dalla cucina e si presenta a sua volta. Sono due ultrasessantenni entrambi molto loquaci. Lei ha un caschetto di capelli color mogano ed una corporatura un po' appesantita dai fianchi in giù, Lui pure grassottello e stempiato, con un pizzetto grigiastro. Prima di ritornare in cucina, dà loro un consiglio: 
Non lasciate, le nostre colline, prima di conoscere la legenda nera di Isabella, la signora De' Medici, son passati quasi cinquecento anni non solo per il nostro grande Leonardo, ma anche per lei eppure, qui è ancora vivo il suo ricordo. Oggi l'è...S.Valentino e chi più di lei....ha amato....non saprei.
Entrano, altri avventori, ed il discorso si interrompe qui.
Leh,un chiacchierone, il mi marito.....Crostino Toscano, fettuccine al ragù, Ribollita, polpette di noci, tagliata o bistecca all'olio santo e torta, tutto buono..che vi do ragazzi?
Intanto parte in sottofondo.....Michael Bublé. 
Tutto fantastico, mangiano con grande piacere, Il Crostino, ed una tagliata coi fagioli all'ucelletto. Un caffè e via in un soffio i 3 chilometri del ritorno alla casa natale di Leonardo. Ora è rimasta loro, una grande curiosità.....scoprire la leggenda nera di Isabella.

Ora Manuel, sarà l'effetto combinato della soddisfacente mangiata e della tranquilla passeggiata, è sereno, Elisabetta come al solito è una sfinge. Salgono sul grosso Suv, lui avvia il navigatore ed accende l'autoradio e via verso l'agriturismo di Cerreto Guidi. Pochi minuti per raggiungere l'agriturismo indica il display multimediale nel riquadro della mappa interattiva. Contemporaneamente il Gr con le ultime news. In primo piano anche oggi il tormentone sul “ Blocco della Prescrizione”, Renzi continua a minacciare la crisi di governo e già si ventila prossimo il ricorso alle urne. Qui arriva all'unisono il commento dei due, una volta tanto sono d'accordo:
Non se ne può più, ma di sicuro alla fine, un accordicchio lo troveranno.
Puntuale poi l'aggiornamento, sulle ultime del Coronavirus:
Domani finalmente sarà in Italia Nicolò, il diciasettenne, lasciato in precedenza a terra febbricitante, per ben due volte in quel di Wuhan. Poi il consueto bollettino giornaliero dallo Spallanzani, il giovane connazionale contagiato é in buone condizioni e la coppia di Cinesi stazionaria e in perenne terapia intensiva. Qui Manuel, perde già l'aplomb:
Ma questi due, non li avranno messi in frigo è ormai da un paio di settimane, che sparano la stessa stucchevole versione.
Poi la goccia, che fa traboccare il vaso, quando lo speaker comunica:
Si registra inoltre il primo caso in Egitto, anche l'Africa ha il suo primo caso di contagio.
Ma va a fan culo e spegne stizzito la radio.
Sono arrivati intanto a destinazione. Effettivamente la sua scelta non poteva essere migliore e ciò lo rassicura, lui è fatto così, un carattere in pieno conflitto prima di tutto con se stesso, tra alti e bassi.
Posto su una dolce collinetta l'agriturismo si presenta come un villone di color giallino, con un tetto di rosse tegole ed una torretta laterale molto caratteristica. E' preceduto da un vialetto di cipressi che fanno da corona al caseggiato stesso.
Vedi - dice ad Elisabetta:
Noi pernotteremo proprio lassù, nella torretta.
Molto romantico. Ribatte lei, con fare distratto.
Li accoglie, Cristina la perfetta padrona di casa. Una donna raffinata e di bell'aspetto sulla quarantina. Illustra loro le peculiarità dell'azienda agricola, invitandoli prima di tutto ad assaggiare i vini della casa:
Venite vi mostro le cantine e vi offro un assaggio del nostro Chianti.
Tra le botti ed i tini di rovere, viene offerto loro, il rosso di casa, una vera eccellenza del territorio.
La padrona di casa, li intrattiene piacevolmente, dicendo loro:
Queste colline, oltre alla patria del genio Leonardesco, per cui tutti venite a farci visita; erano il territorio di caccia e pesca dei Medici. La grande famiglia, ha costruito, qui a fianco proprio al centro del paese, la loro residenza di caccia, non dovete mancare di visitarla, ve lo consiglio. Oltre che una villa storica, vanta la storia fantastica che affascina ancora oggi, al pari del nostro più illustre concittadino. Qui in memoria, della morte della protagonista Isabella De' Medici, ancora oggi ai primi di luglio, con una grande rievocazione, la ricordiamo e la commemoriamo.
Già al ristorantino di Vinci, interviene curiosa Elisabetta, l'oste ci ha detto della leggenda nera, che ancora la circonda.
Intanto Manuel, ancora si attarda distratto nel''assaggio: Le due donne, argomentano sulla vicenda, in particolare Elisabetta, insiste chiedendo:
Immagino ci sia la possibilità di fare una visita guidata?
Certo, la mia amica Luciana è colei che meglio vi potrà accompagnare nella visita, se lo desiderate, la posso chiamare e fissare per domani mattina.
Elisabetta, gira la proposta a Manuel, ancora intento all'assaggio, acconsente:
Di sicuro, ottima idea!
Ora si spostano nel verdissimo giardino, Cristina mostra loro anche la piscina e scherzando:
Magari se tornerete per la festa di Isabella, vi farete una rilassante nuotata e una pennichella all'ombra de' cipressetti!
Conclude poi, illustrando loro, che la cena sarà preceduta, da un aperitivo alle 20.
Ora si ritirano lassù nella torretta. Elisabetta si accosta alla finestra e scosta la tenda, lo sguardo spazia sulle colline sembrano pettinate, un alternarsi di prati e vigneti, fino al borgo di Cerreto. Il pomeriggio è bellissimo, il sole sta per tramontare, il cielo azzurro e un sesto senso la spinge sempre più verso la vicenda di Isabella De' Medici. Ora ha capito dalle parole di Cristina che proprio lì in quel borgo che appare tra gli ultimi raggi, prima del calar del sole, si decise la sorte di Isabella in modo tragico. Cristina, non le ha anticipato altro, perché le ha detto:
Luciana è molto più preparata di me e vi saprà coinvolgere, in quella fu una torbida vicenda, di vita e di morte, che è giunta fino ai nostri giorni, perché oltre che controversa, presenta ancora risvolti irrisolti. Da un lato una versione ufficiale. Dall'altro i dubbi e una credenza popolare fondata, dai veleni di un passaparola fatto di pettegolezzi, non ancora del tutto sopiti. Oggi diremmo una vicenda contrassegnata da una comunicazione ricca di “fake news”.


Dopo la visita, al museo della villa Medicea, ora Luciana, li conduce nella camera in cui Isabella nella notte tra il 15 e 16 luglio 1576, concluse la propria esistenza. Davanti al letto a baldacchino ancora oggi presente nella stanza, spiega loro:
Negli anni Sessanta e Settanta del Cinquecento intorno a lei si muove il mondo intellettuale fiorentino e moltissimi artisti, letterati, musici e poeti le dedicano le loro opere come vera signora di Firenze e patrona delle arti. Ma è anche una donna estremamente moderna per i suoi tempi, impegnata nel sostenere e valorizzare il contributo intellettuale femminile e nel difendere l’autonomia della donna in seno alla famiglia. Un carattere allegro e vivace che ama la vita all’aria aperta, la caccia, i cavalli e l’equitazione, le feste, i balli, i divertimenti. Nella villa di Cerreto invita amici e alleati, organizza battute di caccia e intesse una rete di relazioni grazie anche alle quali il padre otterrà il titolo di Granduca. Dopo la morte prematura delle due sorelle Maria e Lucrezia ed in particolar modo quella della madre Eleonora, Isabella diviene il cuore della corte medicea e la figura femminile di riferimento della famiglia. Ruolo questo che le è riconosciuto anche dalle altre corti, al punto di sostituirsi al padre in alcune visite ufficiali.
Nel 1574, muore il padre Cosimo I a lui succede il fratello Francesco I, che già da diversi anni fungeva da reggente del Granducato Toscano in nome di suo padre. La morte del padre Cosimo, rappresenta lo spartiacque, nella vita di Isabella e del suo ruolo, in società.
Luciana, interrompe per un attimo, il racconto e spiega loro che il fratello di Isabella, pur esercitando da almeno un decennio tale ruolo, era stato completamente oscurato dalle iniziative della sorella. Con la morte del padre le cose cambiarono radicalmente. Ma di tutto ciò nulla risulta a livello ufficiale.
Isabella continua a essere definita dai contemporanei la stella dei Medici’, una stella che cerca di illuminare Firenze e la corte medicea come in passato aveva fatto Lorenzo il Magnifico. Ha goduto fino alla morte del padre di una salute di ferro, ma dal momento che si spegne Cosimo I, secondo i biografi ufficiali, anche lei comincia ad essere soggetta, ad una sorta di malcaduco, complicato da una infezione alle vie urinarie, che la porteranno a spegnersi comunque improvvisamente, in quella notte fatale.
Luciana fa una pausa ulteriore, immagino che la mia amica Cristina, vi abbia anticipato, che mai dalle nostre parti, questa versione dei fatti sia stata accettata.
Infatti, è proprio questo, mi ha fatto intendere! - Interviene pronta Elisabetta.
Nei nostri territori - Riprende il racconto Luciana – Ben presto si accende una leggenda, alimentata nel tempo dalla letteratura romantica:
La “leggenda nera” della morte di Isabella. La tradizione popolare attribuisce la sua scomparsa prematura al suo assassinio per mano del marito Paolo Giordano Orsini, certamente con l’assenso di Francesco I de’ Medici, fratello di Isabella.
Il marito si assentava per lunghi periodi a causa di impegni militari. Era però gelosissimo tanto che decise di farla sorvegliare dal cugino Troilo Orsini, uomo bello e colto. Come da copione i due si innamorarono e diventarono amanti. L'Orsini infine si finse un prete confessore e, nella cappella privata della famiglia, proprio qui la villa di Cerreto ascoltò la verità direttamente dalla bocca della moglie. Accecato dalla gelosia, il marito decise di vendicarsi. La sera stessa raggiunse Isabella nella sua camera e, congedata la servitù, la strangolò con un nastro rosso appeso al soffitto.
Da allora si racconta che il fantasma della povera Isabella, non avendo trovato pace, vaghi per la villa e per le campagne che lo circondano.
Sulla via del ritorno, ormai a casa, commenta:
Sono proprio contento, della scelta fatta, questo week end, è stato finalmente diverso, dai soliti viaggi all'estero fatti di Villaggi turistici, di toccate e fughe, senza mai comprendere un vero perché!
Ne convengo anch'io, avevo davvero bisogno, di qualcosa di diverso, che mi aiutasse a capire ed a ritrovare me stessa. Di sicuro domani, partendo per la settimana della moda Milanese, avrò le idee più chiare.
L'uscita autostradale, questa volta è quella di Funo di Argelato. Lì accanto il Centergross, dove si sono conosciuti ragazzini, proprio come Isabella e Paolo Giordano Orsini. Lei, modellista uscita dal corso biennale delle Fioravanti, che dopo il sogno di bambina di vestire le bambole, si afferma progressivamente. Si perde,un attimo con Manuel e si mette con Agostino che la finanzia per mettersi in proprio e da lui, oltre che consigli finanziari riceve il seme per mettere al mondo Rita. Seguono anni di lavoro forsennato, a testa bassa, arriva la fortuna economica sempre più grande, poi la malattia di Agostino e la sua morte. Lei una sera, ritrova Manuel, lui fa sempre il commesso lì al Centergross. Scocca di nuovo, la scintilla, in fondo lei che ha un forte carattere ha bisogno di un tipo come lui. Lui ora si licenzia, lascia anche lui il Centergross e diventa il suo Chauffeur, dopo un anno nasce anche Luca, e lui fa anche da buon papà a Rita.
Ohh, Elisabetta, siamo arrivati!
Scusa, mi ero distratta, sai stavo pensando a tutte le cose che devo fare da domani a sabato prossimo. Ciò che non gli dirà mai, è che ha deciso di scaricare Sigfried. L'esperienza di questo week end le conferma anche ciò che era solita dire sua mamma. Aveva avuto quattro figli, da due uomini differenti che aveva perso entrambi con loro ancora piccoli:
La cosa veramente importante è avere accanto,qualcuno su cui puoi contare, non solo per una notte.

Elisabetta sa, che nonostante tutto, Manuel da questo punto di vista è una garanzia assoluta, per lei ed i suoi figli.

MINA COMPIE OTTANT'ANNI - SECONDA PARTE

GLI ANNI SESSANTA
Il 16 gennaio 1960 con Tintarella di luna, canzone scritta da Franco Migliacci e Bruno De Filippi, Mina raggiunge per la prima volta la prima posizione in hit-parade: il brano, dopo aver ottenuto un grandissimo successo anche all'estero, diventa un vero e proprio simbolo dell'epoca, e viene inserito nei film Urlatori alla sbarra e Juke box - Urli d'amore, tra i primi esempi di musicarelli. Presto le viene attribuito il soprannome con cui ancora oggi è nota anche fuori dai confini nazionali: La Tigre di Cremona, coniato per lei dalla conterranea giornalista e amica Natalia Aspesi. Nel 1960 Mina partecipa alla decima edizione del Festival di Sanremo: il 28 gennaio presenta Non sei felice in doppia esecuzione con Betty Curtis; il 29 gennaio È vero in doppia esecuzione con Teddy Reno. Il 30 gennaio si ripresenta con È vero. La canzone si classifica al settimo posto ma per Mina è comunque un successo: per la richiesta dei suoi dischi, la Italdisc è costretta alla pubblicazione di due o tre nuovi 45 giri al mese. Nello stesso anno è tra i protagonisti del film Urlatori alla sbarra, insieme ad Adriano Celentano, Brunetta, Chet Baker, Joe Sentieri e altri ancora. In seguito esce Il cielo in una stanza, brano scritto da Gino Paoli arrangiato da Tony De Vita, che il 15 ottobre 1960 raggiunge la prima posizione per 14 settimane e diventa il 45 giri più venduto dell'anno, sfiorando nel tempo i 2 milioni di copie vendute: entrerà in classifica anche in Spagna (Cielo en casa) e negli Stati Uniti (The World We Love in), dove raggiungerà la posizione numero 90 di Billboard. Il cielo in una stanza rimane in assoluto uno dei suoi massimi successi, e può considerarsi una prima evoluzione nella carriera di Mina, che da urlatrice scanzonata (contemporaneamente usciva Una zebra a pois) è in grado di rivelarsi anche interprete matura e raffinata della canzone d'autore. Partecipa come ospite fissa alle sei puntate del programma televisivo Sentimentale, dove presenta la già citata Una zebra a pois e Briciole di baci. Inoltre ritorna a Canzonissima, dove nel corso delle varie puntate propone alcune tra le sue incisioni più recenti (Tintarella di luna, Il cielo in una stanza, Folle banderuola ed È vero, in duetto con Umberto Bindi), unitamente a brani come Na sera 'e Maggio (con cui giunge alla finale), O Sarracino, Ma l'amore no e Violino tzigano (in duetto con Marino Marini); interpreta anche la sigla finale Due note. Mina è ormai famosa e in questo periodo inizia a conoscere anche i lati negativi della troppa notorietà, primo su tutti l'interesse spesso morboso della stampa, che inventa continuamente relazioni sentimentali su di lei, flirt che possano scandalizzare, e paparazzi in cerca di foto da copertina. In questi anni e in quelli a venire, sarà la cantante più fotografata, inseguita e richiesta dai giornalisti. A tutt'oggi è uno dei personaggi a cui sono state dedicate più copertine dal settimanale TV Sorrisi e Canzoni: dalla prima nel 1959, alla più recente nel 2008, se ne contano in tutto 71. Nel 1961 è in gara al Festival di Sanremo e in questa occasione ha luogo un atteggiamento inconsueto da parte della stampa e degli organi di comunicazione in generale, che la danno subito per vincente, adulandola, forse al fine di aumentare l'interesse verso l'evento musicale. Tutto ciò è motivo di forte stress per la cantante, già provata dai due primi anni di carriera ininterrotta e da molti mesi di critiche e pesante invadenza mediatica. Il 26 gennaio si esibisce con Io amo tu ami in doppia esecuzione con Nelly Fioramonti. Da sempre molto incline a tonsilliti, il 27 gennaio, con un'infiammazione alla gola, presenta Le mille bolle blu, in doppia esecuzione con Jenny Luna. La canzone risulta però troppo moderna per il pubblico sanremese, e il suo gesto ormai celebre, delle dita che scivolano sulla bocca ad ogni ritornello, viene colto da una parte degli spettatori come uno sberleffo, una mancanza di rispetto nei loro confronti. L'atmosfera si surriscalda quando i giornalisti raccolgono questo malcontento e contrappongono a Mina quella che diventò poi, per qualche tempo, la sua virtuale rivale: Milva. Il 28 gennaio arriva in finale con entrambe le canzoni. Si classifica al quarto posto con Io amo tu ami e al quinto con Le mille bolle blu. Le premesse della vigilia erano ben diverse e per Mina è emotivamente un brutto colpo; la cantante viene colta da crisi di pianto e dichiara di non volere più partecipare a gare canore, Festival di Sanremo compreso. Una promessa fatta a se stessa e sempre mantenuta. L'esperienza sanremese è una doccia fredda che la cambia profondamente, ma la sua popolarità non viene minimamente intaccata e Le mille bolle blu riscuote un notevole successo di vendite e di ascolti (in quegli anni infatti la misura del successo di un brano era evidenziata anche dalle "gettonature" nei juke-box.Nell'aprile del 1961 Mina, accompagnata dal suo impresario Elio Gigante, parte per la Spagna, dove viene accolta nel migliore dei modi e nel mese di maggio, con al seguito anche il maestro Bruno Canfora, intraprende un tour in Giappone. Nel paese del Sol levante, infatti, canzoni come Tintarella di luna e Il cielo in una stanza sono già popolarissime. Per l'occasione Canfora compone la hit Anata to watashi (Tu ed io), che Mina interpreta in giapponese insieme ad altri successi. In agosto debutta a Caracas, dove partecipa al popolarissimo Renny show, sul Canale 2 della tv venezuelana: anche qui riscuote un successo clamoroso.  Il rientro in Italia coincide con la messa in onda del programma tv Studio Uno, per la regia di Antonello Falqui: non è previsto un vero e proprio conduttore, ma vari personaggi che si avvicendano di volta in volta, come Don Lurio, il Quartetto Cetra, Sandra Mondaini, le Gemelle Kessler. Mina si esibisce alternando brani del suo recente repertorio (Anata to watashi, Bum, ahi! Che colpo di luna di Lelio Luttazzi, Chi sarà, Sciummo, Moliendo café, Cubetti di ghiaccio, Un tale, Giochi d'ombre, ecc.) a fantasie musicali "a tema" (come la canzone napoletana) o dedicate a un singolo autore, come George Gershwin, del quale incide su disco una versione di Summertime dopo averla accennata in trasmissione. Molte delle canzoni presentate a Studio Uno vengono incise nell'LP Moliendo café del 1962.
Agli inizi del 1962 Mina torna di nuovo in Spagna, dove appare anche in alcuni programmi televisivi. Subito dopo si reca in Francia, dove si esibisce con successo nel tempio francese della musica: il Teatro Olympia di Parigi. Gerhard Mendelson, produttore dell'etichetta discografica Polydor, le propone l'incisione di alcuni brani per il mercato tedesco: la cantante accetta inaugurando una felice collaborazione col Maestro Werner Scharfenberger. Insieme registrano a Vienna Wenn du an Wunder glaubst (versione tedesca de Il cielo in una stanza) e Heißer Sand, primo di una lunga serie di brani scritti per lei proprio dal Maestro. Sempre a Vienna, Mina registra un varietà televisivo incentrato su di lei; ad affiancarla uno dei più popolari cantanti tedeschi dell'epoca: Peter Kraus, del quale Mina interpreta per l'occasione alcuni brani. Il 12 marzo 1962 appare anche alla tv tedesca nel programma Herzlichst Ihr Peter Kraus, dove presenta Heißer Sand. Gli elogi per la sua voce sono numerosi e in soli dieci giorni il disco vende 40 000 copie, attestandosi poi, grazie alle cospicue vendite, al primo posto delle classifiche tedesche, mantenendone il vertice per nove settimane. Il successo di Heißer Sand porta alla realizzazione di numerose altre incisioni per il mercato tedesco e sempre in Germania, entrano in classifica nel 1962 Fiesta brasiliana e Tabu, seguite nel 1963 da Capitano, Mister twist, Bis zum nächsten Mal, Ja, die Liebe lebe hoch e Fremdes Land. Fiesta brasiliana viene anche inserita nel film Das haben die Mädchen gern, sempre con Peter Kraus.
Nel frattempo ritorna al vertice dell'hit-parade italiana con Renato, del sudamericano Antonio Cortez. Sul retro del 45 giri c'è Eclisse twist, colonna sonora del film L'eclisse di Michelangelo Antonioni (che segue scrupolosamente la realizzazione del brano). Contemporaneamente Mina, in veste di attrice, recita in Appuntamento in Riviera, film sulla falsariga del precedente Appuntamento ad Ischia, che riesce a ripeterne il grande successo. Nello stesso periodo vanno in onda i caroselli registrati per l'Industria Italiana della Birra, in cui Mina veste i panni di celebri attrici: Marilyn Monroe, Rita Hayworth, Judy Garland, Joséphine Baker, Anna Magnani, e altre.Nel maggio del 1962 debutta a Buenos Aires, suscitando per l'ennesima volta clamore ed entusiasmo, mentre nel mese di luglio, da un referendum svoltosi tra gli appassionati di musica leggera in Germania, Austria e Svizzera tedesca, Mina risulta la cantante più popolare; quasi certamente è la cantante più pagata del momento, in Europa. Il 5 agosto 1962 partecipa al programma di Antonello Falqui Eva ed io, dove propone il nuovo 45 giri Chihuahua, che confluìsce insieme ad altri nel quinto LP Italdisc, intitolato Renato. Il 30 settembre si esibisce dal vivo nel programma tv Alta pressione, in cui presenta il fratello Alfredo che canta La gente ci guarda. Il 12 ottobre va nuovamente in onda Canzonissima e Mina partecipa a quattro delle dodici puntate, giungendo alla finale del 6 gennaio 1963 con Il cielo in una stanza. Inoltre Mina canta (senza apparire) la sigla finale Stringimi forte i polsi, scritta tra gli altri da Dario Fo, che con Franca Rame sarà sospeso dalla conduzione del programma per i forti toni della sua satira politica, e sostituito da Tino Buazzelli e Sandra Mondaini. Il 18 aprile 1963 nasce a Milano, alla Clinica Mangiagalli, il suo primo figlio Massimiliano, concepito in seguito all'unione con Corrado Pani, a quell'epoca ancora formalmente sposato con l'attrice Renata Monteduro. La maternità causa a Mina la "quarantena" da parte della Televisione di Stato, mentre una fetta della stampa continua ad additarla come peccatrice pubblica per la sua relazione illecita. La maggior parte del pubblico le dimostra comunque affetto e, quando fa il suo rientro alla Bussola di Focette in Versilia, con alcuni concerti nell'agosto di quello stesso anno, il successo è enorme. Durante tutto il 1963, le uniche apparizioni della cantante sul piccolo schermo sono alcuni caroselli dell'Industria Italiana della Birra girati alla fine del 1962, e messi in onda da aprile ad agosto. Nove anni dopo, Mina ricorderà questo periodo in un'intervista su Playboy:
« Il massimo è stata una foto su "Epoca" dove io ridevo con Corrado con il mio pancione, tranquilla, e sotto scritto "Cosa avrà da ridere?", guarda che è il massimo, me la ricorderò tutta la vita una cosa del genere. Per cui capisci tu l'atteggiamento della stampa: me ne hanno tirato addosso delle badilate e la gente non si è lasciata condizionare da questo fatto, l'ha superato. »
Il 10 gennaio 1964 Mina ritorna ufficialmente in televisione nel programma di Mike Bongiorno La fiera dei sogni, dove presenta Città vuota ed È inutile. Tre mesi dopo partecipa nuovamente al programma lanciando È l'uomo per me, con cui riconferma la sua leadership in hit-parade, rimanendo al primo posto per 9 settimane. Il 2 maggio la RAI manda in onda Alla ribalta 2 - Speciale per Mina, dove la cantante propone Prendi una matita, Munasterio 'e Santa Chiara ed È l'uomo per me. Esegue poi una fantasia di successi di Gigliola Cinquetti, Rita Pavone e Ornella Vanoni, le colleghe più popolari del momento. Allo show partecipano ospiti come Adriano Celentano, Johnny Dorelli, Gorni Kramer, Lelio Luttazzi, Ugo Tognazzi, e altri. Alla fine del mese esce il nuovo 45 giri Un buco nella sabbia, un brano a tematica balneare, che ricalca lo stile della Mina prima maniera e che ottiene uno straordinario successo in Giappone: Suna ni kieta namida, la versione in lingua, giunge al primo posto in classifica. Alla fine dell'anno Mina viene eletta migliore artista internazionale proprio in Giappone.
Un buco nella sabbia viene cantato dal vivo assieme a È l'uomo per me nel programma di fine estate Teatro 10, diretto da Antonello Falqui e con Lelio Luttazzi. Gli applausi scroscianti del Teatro delle Vittorie dimostrano l'affetto e il sostegno del pubblico nei confronti di Mina, ormai definitivamente riesplosa dopo lo "scandalo". La cantante si esibisce seduta al pianoforte accanto a Luttazzi, in una fantasia di canzoni scritte dal musicista triestino: alcune come Bum, ahi che colpo di luna, Sentimentale e Una zebra a pois, portate al successo proprio da Mina qualche anno prima.

Esce inoltre il primo album per la Ri-Fi, intitolato Mina e quasi interamente composto da cover straniere: gli unici due brani in italiano sono E se domani e Non illuderti. E se domani era stato presentato da Fausto Cigliano e Gene Pitney al Festival di Sanremo di quell'anno, con un buon successo di pubblico e di critica, ma senza arrivare in finale; Carlo Alberto Rossi, autore ed editore del brano, convince Mina a recuperarlo e inserirlo nel suo album, di cui rimane uno dei brani di punta. Mina viene eletto "migliore album dell'anno" dalla critica specializzata, riconoscimento che vale alla cantante l'Oscar del disco '64. E se domani viene in seguito ricantato e proposto come retro di due singoli: Un anno d'amore, uscito alla fine del 1964, e Brava (1965). Il 45 giri Un anno d'amore costituisce il suo personale record di permanenza in classifica con tredici settimane consecutive al numero 1 dell'hit-parade: successo probabilmente dovuto all'accoppiata su un unico supporto di due delle sue canzoni più apprezzate. In settembre esce un 45 giri che comprende le canzoni Io sono quel che sono e Tu farai, presentate nel programma tv Il macchiettaro.

                                                                                             (CONTINUA)

domenica 22 marzo 2020

MINA COMPIE 0TTANT'ANNI - PRIMA PARTE

Fra 3 giorni mercoledì prossimo 25 marzo 2020, Mina al secolo Maria Mazzini, nata a Busto Arsizio, da genitori Cremonesi, spegnerà 80 candelline. Mina nasce nel 1940, periodo in cui il padre Giacomo (Mino) Mazzini e la madre Regina (Gina) Zoni, originari del Cremonese vivevano temporaneamente nell'Altomilanese Bustocco. Quando Mina ha tre anni, fanno ritorno a Cremona con residenza prima in via Cesare Battisti e successivamente in Corso Mazzini. Poco tempo dopo il trasferimento nasce Alfredo amatissimo fratello minore di Mina, che come la sorella intraprenderà la carriera di cantante (con lo pseudonimo "Geronimo") ma che morirà in un incidente stradale nel 1965 a soli ventidue anni. All'età di tredici anni, il padre la iscrive alla Canottieri Baldesio, società sportiva frequentata dalla buona borghesia cremonese. Diventa una discreta nuotatrice, partecipa a diverse gare e in una competizione regionale si classifica seconda. Proprio sul bordo della piscina, intorno ai sedici anni, conosce il suo primo ragazzo, Daniele Parolini, prestante terzino della Cremonese, che diventerà poi cronista sportivo al Corriere della Sera. A infonderle l'amore per la musica è sua nonna Amelia, cantante lirica, che insiste affinché prenda lezioni di pianoforte, ma lo studio teorico non è fatto per lei. Dopo aver concluso le scuole medie presso il collegio di suore della Beata Vergine, inizia a frequentare l'Istituto tecnico commerciale statale Beltrami, ma tale indirizzo non risponde alle sue inclinazioni e alla fine del quarto anno lascia la scuola, volgendosi a ciò che più la appassiona. Ha altri interessi, ama leggere, soprattutto libri di fantascienza, ma cantare è ciò a cui si dedica con più slancio e passione. Si esibisce già a scuola, su richiesta dei compagni, nei momenti di ricreazione. Una notte dell'estate del 1958, quando la famiglia Mazzini si trova come ogni anno per le vacanze a Forte dei Marmi, gli amici di Mina la sfidano scherzosamente a salire sul palco della Bussola di Marina di Pietrasanta, dopo che l'orchestra di Don Marino Barreto, cantante cubano molto noto in quegli anni, ha finito di suonare. Lei accetta, si fa dare il microfono dallo stesso Barreto e si esibisce senza alcun imbarazzo. Il proprietario del locale, Sergio Bernardini, nelle sere successive dovrà frenarla dal salire continuamente sul palco per cantare. Mina nel 1958 è descritta come una deliziosa ragazza, molto solitaria, apparentemente tranquilla e allo stesso tempo irrequieta, estremamente sensibile, piena di entusiasmo e simpatia, che celano in realtà una profonda timidezza e paura. È dotata di una voce e di una musicalità fuori dal comune, coltivate dall'ascolto di "mostri sacri" americani quali Frank Sinatra, Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald, Elvis Presley, e di una gestualità stravagante che si accompagna perfettamente all'innegabile e travolgente senso del ritmo. In quegli anni a Cremona è presente un gruppo musicale che sta riscuotendo un certo successo: gli "Happy Boys". La band, fondata nel 1949 da Nino Donzelli, di cui fanno parte anche il fratello Renzo alla chitarra, il pianista Giorgio Levi, il cantante-bassista Giacomo "Micio" Masseroli e il batterista Fausto Coelli, diventa ben presto famosa nelle balere della zona cremonese, nonché a Mantova, Parma, Piacenza. In un afoso pomeriggio di fine agosto del 1958, il giorno dopo aver assistito a una loro esibizione al Circolo Filodrammatici di Cremona, e dopo una sola settimana dalla sua prima improvvisata esibizione alla Bussola, Mina si reca a casa di Nino e Renzo Donzelli proponendosi come cantante. Una rapidissima dimostrazione delle proprie doti vocali e i fratelli la accolgono subito nel gruppo, che aveva già in programma varie serate nelle balere della zona per i giorni successivi. La ragazza, desiderosa di parteciparvi, prova per tutta la settimana e fa la sua prima apparizione con gli Happy Boys il 14 settembre del 1958 a Croce Santo Spirito, una frazione di Castelvetro Piacentino. Viene presentata con il nome di "Mina Georgi" e il pubblico ne rimane entusiasta. Il debutto vero e proprio avviene tuttavia qualche giorno più tardi, il 23 settembre 1958 a Rivarolo del Re, comune del cremonese: gli Happy Boys devono esibirsi alla serata finale della rassegna insieme a due cantanti famosissimi in quel periodo, Natalino Otto e Flo Sandon's, interpreti di molti successi e reduci da una partecipazione al Festival di Sanremo. L'esibizione di Mina è entusiasmante a tal punto che il pubblico chiede a gran voce il bis. Tra gli organizzatori, se pur soddisfatti, c'è un certo imbarazzo, poiché il bis era previsto per Natalino Otto e Flo Sandon's, i quali se ne vanno un po' risentiti. Alcuni anni dopo Flo Sandon's trovandosi ospite a Canzonissima e ricordando l'episodio con lei, allora presentatrice della trasmissione, ammise pubblicamente: «Quella volta tu, Mina, mi hai rovinato la serata». La stessa Mina ha ricordato quella prima volta a Rivarolo sul quotidiano La Stampa del 22 settembre 2008:
« Cinquant'anni spaccati fa, una lungagnona col vestito da cocktail sottratto di nascosto alla madre, saliva sul palco traballante di una balera lombarda. Si ricorda che l'abito era blu e bianco. Lucido. Si ricorda che dopo aver cantato la prima canzone, il titolo? no, è troppo, si arrabbiò perché la gente applaudiva. «Io canto per me. Cosa c'entrano loro?». Non aveva le idee chiare. O forse era troppo lucida. Si ricorda che alla fine di quella primissima esperienza scappò via perché i genitori non sapevano... non volevano. A diciott'anni era d'obbligo ubbidire. Ma non l'aveva fatto. E doveva correre a rimettere l'abito a posto il più in fretta possibile. Si ricorda che poco dopo, dietro le sue insistenze, il padre aveva convinto la madre a lasciarla fare: «Tanto, cosa vuoi, durerà qualche settimana questa follia. Lasciamola fare». La lungagnona, invece, è ancora qui che rompe le scatole con quel piccolo meccanismo misterioso che sono le canzoni. Che lei ama e rispetta. E... e... e la lungagnona non si ricorda altro. »
e sul settimanale Vanity Fair del 5 ottobre 2011, ricordando Flo Sandon's scrisse:
« Ho un dolcissimo ricordo di Flo Sandon’s che ho visto la primissima volta che sono salita su un palco. Lei e il marito, il grande Natalino Otto, erano le star della serata. Io, sconosciutissima, cantavo con un gruppo cremonese, per la prima volta, appunto. Eravamo in una classica balera lombarda. Alla fine ricordo che mi dissero: “Lei farà strada”. La prima cosa che mi stupì fu il fatto che mi dessero del lei e poi pensai: "...Questi due ..son matti…". »
Davide Matalon all'inizio è un po' titubante, ma viene convinto dal suo consulente musicale Giulio Libano, che dopo aver ascoltato Mina ne rimane colpito molto favorevolmente. Le fa quindi incidere quattro canzoni: Be Bop a Lula e When con l'etichetta Broadway e con il nome d'arte "Baby Gate"; Non partir e Malatia con l'etichetta Italdisc e il nome reale Mina. In attesa di capire quale delle due immagini artistiche avrebbe avuto maggior successo di pubblico, in questa primissima fase della carriera, Mina e il suo alter ego Baby Gate convivono sul mercato. Per saggiarne le potenzialità, Matalon la fa partecipare alla Sei giorni della canzone, competizione canora milanese ripresa dalla televisione. Il 1º dicembre 1958, Mina, con il brano Proteggimi, partecipa alla serata inaugurale al Teatro Smeraldo. Il presentatore è Corrado e l'ospite d'onore Mike Bongiorno. Arriva seconda (alle spalle di Wera Nepy con Chiamami autunno) e ottiene un successo travolgente. Matalon offre agli Happy Boys l'occasione di una tournée in Turchia, ma c'è un imprevisto: i genitori di Mina si oppongono, soprattutto il padre non vuole che la figlia abbandoni definitivamente la scuola. Anche Fausto Coelli decide di non partire per ragioni familiari. Rimasti a Cremona, Mina e Fausto decidono di formare un nuovo gruppo e, insieme a Lino Pavesi al sax, Lamberto "Memo" Fieschi al piano, Ermanno Scolari al contrabbasso ed Enrico Grossi alla chitarra, fondano "i Solitari". Il nuovo complesso debutta l'11 gennaio 1959 nella tavernetta dell'Hotel Continental di Cremona e, forte della crescente popolarità di Mina, riceve subito una serie di richieste dai locali della zona, ma anche da fuori provincia, come il night club El Maroco di Milano e l'Hotel Moresco di Ischia. Nel frattempo i due dischi di Mina editi dalla Italdisc superano tutte le aspettative e in un'epoca in cui vendere 70 000 copie è un'impresa eccezionale, i due 45 giri superano singolarmente la quota di 100 000. Matalon le fa firmare un contratto di tre anni, fino al 1961, con l'impegno di incidere entro l'anno due 45 giri, ossia 4 canzoni. Come di consueto allora, i pezzi da incidere sono scelti tra le canzoni del Festival di Sanremo di quell'anno. La scelta cade su Nessuno, un brano melodico cantato da Wilma De Angelis. Mina con una verve straordinaria ne stravolge la linearità cantandola in maniera sincopata e in fortissimo. La prima interpretazione pubblica di Nessuno nella nuova veste avviene poco tempo dopo a una nuova edizione della Sei giorni della canzone, in un affollatissimo Palazzo del Ghiaccio di Milano.Matalon aveva tentato più volte di far partecipare artisti della sua casa discografica a programmi televisivi senza mai riuscirci, con Mina invece arriva tutto facilmente. Debutta in televisione il 1º marzo 1959, nella seguitissima trasmissione Lascia o raddoppia? condotta da Mike Bongiorno, sempre con il brano Nessun.Proprio in quegli anni vanno affermandosi giovani cantanti come Adriano Celentano, Tony Dallara, Giorgio Gaber, Betty Curtis, Joe Sentieri, Little Tony e altri, che propongono in italiano la nuova musica americana: il rock and roll. La stampa conia per loro il termine di urlatori. Il 4 aprile 1959 Mina viene chiamata a partecipare a una puntata de Il Musichiere di Mario Riva dedicata agli urlatori: al centro della scena un juke-box dal cui retro escono i cantanti; Mina canta ancora una volta il suo successo del momento, Nessuno. L'ultimo 45 giri inciso come Baby Gate è Splish Splash, presentato il 29 agosto 1959 nel programma Buone vacanze. Successivamente lo pseudonimo viene abbandonato, vista l'esplosione del fenomeno-Mina. Con Nessuno partecipa anche a Canzonissima 1959, condotta da Delia Scala, Paolo Panelli e Nino Manfredi, in cui duetta tra gli altri con Wilma De Angelis, interprete originale della canzone, e successivamente con Tonina Torrielli nel brano Tua, presentato al Sanremo di quell'anno da una "scandalosa" Jula de Palma[41] e dalla stessa Torrielli. Sempre nel 1959 arrivano i primi riconoscimenti: il "Juke Box d'oro" e il "Microfono d'oro".

L’ultima sua apparizione documentata dalla stampa per le vie di Lugano risale alla primavera del 2010. «Oggi – scriveva allora il portale Ticinonews – l’abbiamo filmata mentre passeggiava in via Vegezzi. Ed è la Mina di sempre: cappottone nero, guanti neri, borsa nera ed occhiali anche in una splendente giornata di sole » . « I capelli rossi – aggiungeva il sito web – sono raccolti in uno chignon. I passanti la riconoscono. Si girano a guardarla. E sorridono. Lei niente. Avanti per la sua strada. Come sempre».
                                                                                  (CONTINUA)